13.9.07

Ingegneri e società

Leggendo i post precedenti, ho visto che molti non sono pienamente soddisfatti del loro lavoro. Questo mi ha fatto venire in mente una cosa, e mi domandavo se capita anche a voi.

Ho notato che in genere i miei amici o parenti (non ingegneri) dicono di avere una grande stima della mia figura professionale, però spesso mi chiedono di fare “visto che sono ingegnere” dei lavoretti per i quali in realtà basterebbero titoli di studio di gran lunga inferiori. Evidentemente, poche persone sanno in che cosa consista veramente il nostro lavoro. Ormai ho perso il conto di quanti mi hanno chiesto di riparargli il computer (nel senso di togliere virus, formattare, ecc., mai lavori hardware), tipicamente di domenica. A volte mi chiedono di dividere il conto della pizzeria o del ristorante, come se la matematica si limitasse alla capacità di fare qualche operazione a mente. Nel magazzino della parrocchia si è accumulato un mucchio di cianfrusaglie inutili, tra cui anche apparecchi elettronici, perché (almeno dalle mie parti) c’è la discutibile usanza di donare alla Chiesa i rifiuti che non si ha voglia di portare fino alla discarica. Invece di buttare via tutto, spesso il prete chiede a me di dare un’occhiata per cercare di recuperarli, come se l’ingegnere elettronico fosse un semplice surrogato della nettezza urbana. Tutti evidentemente si appellano tacitamente al famigerato articolo 4.2 del Codice Deontologico, secondo cui l’ingegnere può fornire prestazioni professionali a titolo gratuito solo in casi particolari quando sussistano valide motivazioni ideali ed umanitarie.

Per quanto riguarda le donne ... normalmente vengono da me soltanto per scroccare consulenze matematiche o informatiche, e altrimenti non mi cagano. A nessuna viene in mente che il tempo risparmiato è più che sufficiente per una sveltina. Ieri addirittura una ha preteso che le traducessi dall’inglese un articolo di biologia (un mattonazzo di decine di pagine) che le serve per un esame. Non è riuscita a fare niente di meglio che ringraziarmi a parole e offrirmi una merendina presa al supermercato. Bah ...

5 Comments:

At 15:20 , Blogger Gabriele Guarnieri said...

Integro quanto detto sopra riportando un articolo che avevo letto qualche anno fa su una rivista della Agilent Technologies. Da far leggere a quelli che trattano gli ingegneri come dei semplici tecnici.

ENGINEERING: A NOBLE PROFESSION
by Darryl Matthews, Dean of Engineering at the University of Maine.

Imagine waking up in the year 1900, in a large city in the eastern U.S.A., with an opportunity to use your engineering eye to explore the “good old days.” Your first discovery: there are few old people around, because the life expectancy of a U.S. male is 48 years - not 78, as it is today. Only one house in seven has a bathtub; one in 13 has a telephone; few houses have electricity. A heavy pall created by wood- and coal-burning stoves assaults your senses. The odor of raw sewage is everywhere. Your nose tells you that people bathe less often. That’s understandable: without clean water, no one wants to expose a sore to bacteria or viruses. The few vegetables available in the shops are wilted or spoiled, a condition exacerbated by summer heat. In the year 1900, six thousand people die in a hurricane that hits Galveston, Texas. You reach an important conclusion: While the field of medicine gets much well-deserved credit for increasing life expectancy, an equal amount of credit should go to the engineer. In 2001, access to healthy drinking water and the ability to clean your body, your clothes and your food have played a significant role in extending life. Refrigeration, good roads, airplanes and trucks bring food unspoiled to your doorstep throughout the year. Pending storms lose their sting because satellites, radio and TV warn you in advance. Clearly, engineers design systems to save lives today. We solve problems that make a difference. More than any other profession, engineers have contributed to improving living conditions over the last 100 years, and the result is increased life expectancy. It’s time to spread the word.

 
At 10:39 , Blogger Wowsuper said...

La veritá é che nemmeno io ho capito a cosa serva un ingegnere. Il motivo per cui hanno assunto me come ingegnere é perché a quanto pare solo un ingegnere ha la forma mentis giusta per risolvere problemi e trovare gli errori. In pratica, per un giorno ogni tre mesi creo qualcosa di nuovo, per il resto devo fare un sacco di misure per vedere cos'é che non funziona e scervellarmi per capire perché. Un po' lo stesso che accade quando mio padre rompe il videoregistratore e mi chiede se posso vedere come si ripara. La differenza sostanziale é che quando lo faccio per mio padre, so di averlo fatto felice. Invece qua o in qualunque altra azienda nessuno mi dice grazie o é contento. Chi compra un auto nemmeno sa che dentro ci potrebbe essere un sensore di pressione e sinceramente anche se lo sapesse non gliene fregherebbe niente, tutte le altre persone che sanno del lavoro che ho fatto non hanno nulla da ringraziarmi perché sono anch'essi stipendiati di una azienda come me e di sicuro non gli crea gioia quel che faccio.

A dire il vero ho pensato piú volte di andare a vivere in una tribú dell'Amazzonia dove tutte queste cretinate tecnologiche ed inutili non ci sono e si puó vivere piú liberamente. In fondo chi ci dice che stiamo davvero meglio noi oggi che nel 1900? Pensa a quei tempi si scendevano le scale si facevano 10 metri e si comprava la verdura, ora tocca prendere la macchina, spesso in mezzo al traffico e rischiando pure la vita, andare in un supermercato lontano da casa, rincretinirsi con le luci del neon, comprare un sacco di cose accessorie che non ci servono e tornare a rischiare la vita nel traffico. Inoltre siccome in tutto ció ci siamo stancati un sacco ma non abbiamo mosso mezzo muscolo se vogliamo tenerci in forma dobbiamo pure andare in palestra o a correre in mezzo allo smog. Questo grazie agli ingegneri.

 
At 09:06 , Blogger LukeSkywalker said...

Guarda sono pienamente d'accordo.
Tuette queste cazzate tecnologiche degli ultimi anni sono pressoché inutili, e in tutti i casi se ne potrebbe benissimo fare a meno. Pensa per esempio al telefono cellulare. Ora sembra che sia indispensabile. Ma 10 anni fa nessuno ce l'aveva! E la gente comunicava lo stesso, si chiamava sul telefono fisso, e forse era anche meglio, e si spendeva meno.
Se vai in amazzonia chiamami che vengo anch'io..

 
At 11:10 , Blogger Gabriele Guarnieri said...

Sul cellulare non ho dubbi. Innanzitutto per il costo, visto che le tariffe in Italia sono tra le più care al mondo. Basti guardare il listino prezzi dei vari programmini per VoIP. Chiamare un cellulare in Italia costa più del doppio che chiamare un celulare in Zambia. I più economici sono gli USA, che costano come chiamare un fisso (anzi i numeri di cellulare USA hanno lo stesso prefisso dei numeri fissi, e quindi sono indistinguibili). Inoltre ho notato che il più delle volte essere sempre reperibili è un vantaggio solo per chi chiama, mentre per il chiamato è soltanto una rottura. Io sono stato benissimo fino a poco fa senza cellulare, adesso ce l’ho perché mio padre mi ha costretto e continuo a non volerlo. Mia cugina, che evidentemente ha un padre meno rompipalle, ce l’ha ma non se lo porta mai dietro. I cellulari stanno diventando sempre più dei giocattoli per bambini dementi, pieni di funzioni inutili che servono soltanto per mangiare soldi. Una suoneria costa più che comprare la canzone intera su iTunes. Si può vedere un film sul cellulare, con qualità audio e video penosa, magari spendendo di più che noleggiando il DVD o andando al cinema. E la gente paga, perché la pubblicità ci ha insegnato che se uno non è trendy viene considerato un perdente. Leggevo tempo fa che secondo un sondaggio molte persone fanno economie sul cibo ma non sul cellulare ...

E poi la gente si lamenta che non ha più soldi. È certamente vero che con l’euro sono aumentati i prezzi, ma è anche vero che adesso la gente spende soldi per cose che una volta non esistevano: cellulari sempre all’ultima moda, televisori con schermo piatto, playstation, locali notturni, computer e internet, auto e relativa benzina, vacanze, abiti firmati, e per qualcuno anche maghi, fattucchiere, sette religiose e medicine alternative. Magari pagati a rate o con soldi presi in prestito. Però tutto questo non è colpa degli ingegneri. Ci propinano cose inutili perché sanno che esistono i fessi che le comprano.

Anche se questa società ha molti lati negativi, non mi piacerebbe vivere nella foresta amazzonica. Almeno non per il resto della mia vita. Mi piace la montagna, quando posso me ne vado lontano da tutti, e mi fanno pena quelli che durante le vacanze cercano gente e casino; però non ci passerei la vita. Concordo pienamente che la pubblicità ci propina in continuazione cose inutili, ma se uno è abbastanza intelligente non le compra. Io sono ben felice di avere in casa l’elettricità e l’acqua corrente, di poter curare buona parte delle malattie, di vivere e mangiare in condizioni igieniche più che decorose, di poter viaggiare velocemente in tutto il mondo, di poter comunicare all’istante con le persone a cui voglio bene, di poter trovare in Internet praticamente qualunque informazione di cui ho bisogno. Siamo davvero sicuri che adesso la gente viva peggio che in passato? Il problema è che adesso c’è molta più informazione. Se adesso uno è infelice, lo scrive sul blog e tutto il mondo può saperlo, i giornali e la televisione ci mostrano continui sondaggi su qualunque cosa. Pochi sanno veramente come si viveva in passato, di che cosa ci si ammalava, e in che condizioni si lavorava.

Ricordo una discussione a cui avevo assistito quest’estate tra un professore di medicina amico di famiglia e una signora piuttosto ignorante. La signora sosteneva che adesso la gente si ammala di più, sicuramente a causa di inquinamento e della vita moderna, perché così risulta dalle statistiche. Il professore ha risposto che sono semplicemente aumentati i dati statistici e anagrafici. In passato la gente si ammalava e moriva comunque, ma non sempre sapeva il perché.

 
At 16:54 , Blogger LukeSkywalker said...

Molte delle cose che hai scritto sono oggettivamente vere. La qualità della vita è sicuramente migliorata, dal punto di vista delle comodità, delle condizioni di lavoro e della sanità (con tutte le pecche che ha, è meglio di prima sicuramente). L'uomo moderno non si spezza la schiena al lavoro perchè magari deve sollevare carichi pesanti per 10 ore al giorno. Non rischia nemmeno di lasciarci la pelle per una bronchite, o per un'infezione "banale". Non ha nemmeno il problema di doversi andare a prendere l'acqua al pozzo o al lavatoio. E non gli manca di certo il cibo. Questi problemi sono stati superati con il raggiungimento del livello di benessere di oggi. Però si sono create altre problematiche, come conseguenza del nostro modo di vivere. E' diventato tutto più complesso, tanto che le persone, nonostante tutte le comodità di cui dispongono, non riescono a essere felici. Sono spesso stressate dal lavoro, o dalla scuola. Credimi, ho visto ragazzini di 16 anni con l'esaurimento nervoso. A 16 ANNI!
Hanno la giornata strapiena di impegni, i genitori li mandano a fare calcio perché vogliono che diventino dei campioni, li mandano a fare musica perché devono essere degli artisti, e devono anche avere bei voti a scuola, altrimenti come faranno un giorno a fare l'università? Alla fine uno scoppia, ed è comprensibile. C'è un sacco di superficialità e ignoranza nella società che conosco. Gente che cerca di far vedere quello che non è. Sembrano persone superfiche, in realtà poi scopri che sono solo persone molto sole. Io dico solo che preferisco le persone semplici, e con la mentalità borghese moderna di persone semplici ne trovi poche, e sono sempre bollate come sfigate e poco interessanti.

 

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